Delitto di Garlasco, la Cassazione difende Alberto Stasi: svelata la motivazione
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Delitto di Garlasco, la Cassazione difende Alberto Stasi: svelata la motivazione

Alberto Stasi

La Cassazione conferma la semilibertà per Alberto Stasi: nessuna violazione nelle dichiarazioni rilasciate a Le Iene. Le motivazioni.

Mentre a Garlasco arriva la richiesta di interrogatorio dal “fronte” Sempio, Alberto Stasi si vede confermare dalla Corte di Cassazione il beneficio della semilibertà. La decisione arriva in risposta al ricorso della Procura Generale di Milano, che contestava l’intervista rilasciata a Le Iene durante un permesso premio. Ecco, a seguire, svelate le motivazioni dei giudici.

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Alberto Stasi, la Cassazione conferma la semilibertà: le motivazioni

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura, che chiedeva la revoca della semilibertà concessa ad Alberto Stasi nell’aprile 2025. Al centro delle contestazioni c’era l’intervista rilasciata da Stasi alla trasmissione televisiva Le Iene durante un permesso premio.

Tuttavia, come riportato da Leggo.it, la Suprema Corte ha confermato che “ha specificamente valutato, in chiave trattamentale, l’esistenza dell’intervista“, e dopo un’attenta analisi condotta anche con il supporto della Direzione penitenziaria, ha stabilito che essa “non violasse le prescrizioni al cui rispetto la fruizione del permesso premio era vincolata“. I giudici della Cassazione sottolineano come la decisione del Tribunale sia “immune da vizi del ragionamento logico” e quindi legittima.

“Percorso positivo. L’intervista a Le Iene? Voleva autoproteggersi”

Nel suo esame, aggiunge Leggo.it, la Corte ha evidenziato come il Tribunale di Sorveglianza abbia preso in considerazione anche alcune “criticità residue di personalità“, non legate all’intervista ma alla “tendenza dell’interessato ad autoproteggersi e ad accreditare all’esterno un’immagine positiva della propria persona“.

I giudici precisano che questo atteggiamento rientra in “una prospettiva di recupero graduale di autostima” che dovrà comunque essere oggetto di “ulteriori e concrete verifiche” per conservarne il valore trattamentale. La sentenza sottolinea inoltre come il Tribunale abbia agito in modo “scrupoloso“, valutando attentamente la gravità del reato e le dinamiche del percorso rieducativo di Alberto Stasi.

Le osservazioni degli operatori penitenziari sono state considerate come prova del “proficuo percorso trattamentale in atto“, indicativo di una “progressiva risocializzazione del detenuto“. La semilibertà, sottolineano, resta comunque “di tipo marcatamente contenitivo“.

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ultimo aggiornamento: 13 Ottobre 2025 17:39

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